
Nel vasto panorama della psicoterapia, il calore umano emerge come una forza trasformativa, capace di plasmare il corso e l’esito del trattamento. Quando parliamo di calore umano all’interno della relazione clinica, ci riferiamo un elemento poco tangibile (anche se è proprio “sentendolo a pelle” che siamo in grado di riconoscerlo), ma altrettanto potente e in grado di rendere l’ambiente emotivamente sicuro e accogliente per il cliente. È un aspetto fondamentale e che spesso differenzia un’esperienza terapeutica positiva da una meno soddisfacente.
Il suo potere evocativo
Riflettiamo brevemente sul passato per comprendere appieno l’importanza di questo aspetto. Tra i ’60 e ’70 del secolo scorso, il modello cognitivo-comportamentale si stava affermando come approccio predominante per il trattamento di una vasta gamma di disturbi psicologici. La sua enfasi sulla modifica dei pensieri e dei comportamenti disfunzionali ha portato a risultati positivi sul piano del ragionamento logico e della gestione dei sintomi. Tuttavia, nonostante questi progressi evidenti, molti pazienti manifestavano ancora un senso di vuoto interiore e malinconia persistente, come se mancasse qualcosa di essenziale nella loro esperienza terapeutica.
Dopo un paio di decadi, questo senso di mancanza ha portato ad un’importante riflessione all’interno della comunità terapeutica: era necessario un maggiore calore umano all’interno della relazione terapeutica per affrontare le profonde esigenze emotive dei pazienti. È emerso che il calore umano non era solo un complemento piacevole alla terapia, ma piuttosto un elemento indispensabile per toccare le corde più profonde dell’anima e facilitare la guarigione emotiva
Furono gli studi pionieristici nel campo della psicologia umanistica, tra cui quelli condotti da Carl Rogers (la sua Teoria delle Relazioni Interpersonali), a mettere in luce l’importanza della relazione terapeutica e del calore umano. Egli sottolineava l’importanza di condizioni come l’accettazione incondizionata, l’empatia genuina e la congruenza da parte del terapeuta per promuovere il cambiamento positivo nel paziente.
L’approccio affettivo nella relazione clinica
L’introduzione del calore umano nella terapia ha avuto un impatto significativo sul processo di guarigione. I terapeuti che hanno integrato questo elemento nella loro pratica hanno notato un aumento della connessione emotiva con i loro pazienti e una maggiore apertura nel trattamento delle emozioni profonde.
Riscontri scientifici
Questo cambiamento di paradigma è supportato da una serie di studi clinici e ricerche accademiche che dimostrano l’efficacia del calore umano nella terapia. Uno studio significativo è stato condotto da Lambert e colleghi nel 2002, che ha evidenziato come l’integrazione del calore umano nella terapia cognitivo-comportamentale abbia portato a risultati terapeutici migliori rispetto alla terapia cognitivo-comportamentale standard.
Riferimento: Rogers, C. R. (1957). The necessary and sufficient conditions of therapeutic personality change. Journal of Consulting Psychology, 21(2), 95-103.


